Chi di noi ha qualche capello bianco ricorderà alcune domeniche di fine anni '70... si rimaneva in città per colpa dell'austerity, un blocco ai veicoli che portò anche alla circolazione a targhe alterne, pari e dispari perché all'epoca non c'era la numerazione alfanumerica di oggi ma semplicemente la sigla della provincia e un numero, ad esempio PZ410101. Quelle domeniche, ma un po' tutte in quegli anni, avevano un "protocollo" stabilito e definito e poche si discostavano dalla prassi. I luoghi di culto erano molto più affollati di oggi, via Pretoria un vero e proprio formicaio, difficile fare più di qualche passo anche perché si incontravano parenti e conoscenti e si formavano capannelli che intralciavano il grande flusso di persone. Poi a casa propria o dei parenti e lì iniziava la seconda parte della giornata che Vittorio Basentini, con la sua sapiente penna, riesce a farci rivivere. Il pregio di Vittorio è quello di utilizzare un linguaggio semplice, coinvolgente capace di farci essere presenti, minuto dopo minuto, alla partita o all'evento. Un racconto con elaborazioni e spunti da cronache dell'epoca apparsi anche su siti locali come 11leoni.it. Ripercorriamo con lui la cronaca di una domenica degli anni 70, una vera "chicca". Buona lettura.

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Fine anni settanta.
Pranzo ore 13.30, Rai uno.
Nasce, per la conduzione di Corrado, "Domenica In... sieme".
E’ l'intrattenimento per definizione del pomeriggio festivo, che si affermerà successivamente con il titolo, appena diverso, di "Domenica In".
Di questo programma alcuni sostengono che la rete ha ancora una volta intuito il gusto dei telespettatori; altri avanzano l’ipotesi che il consenso di pubblico si debba soprattutto all'austerity che dissuade le famiglie italiane dalla tradizionale gita domenicale con l'automobile, a causa della crisi economica. Davvero un buon programma televisivo.
Ogni quindici giorni il solito dilemma. La partita del Potenza (al “Viviani”) o l’amata Domenica In?
La scelta non era semplice perché non era ancora tempo di videoregistratori, né c'erano repliche del giorno dopo.
Si dice però che al cuore non si comanda e quindi decido di andare allo stadio.
Una pasta al forno mangiata velocemente, cosi’ pure il secondo, bevo il caffè e lavo i denti quasi contemporaneamente.
Come al solito è tardi. Io, mio padre e un collega di ufficio di mio padre, il Rag. Gigi, che abitava nel nostro stesso fabbricato, quasi un rito che si ripeteva due volte al mese, di corsa in macchina, parcheggiata sotto casa in Via Mazzini, e via verso il Viviani con la classica domanda di mio padre: ”Vittorio, hai preso le tessere?”

Ore 14.20: sono seduto sui gradoni in tribuna centrale del campo sportivo, per il classico pre-partita, grande attesa prima dell’ingresso in campo delle formazioni, una il Potenza, l’altra la squadra avversaria.
L'altoparlante, installato al di sopra della copertura della tribuna, manda a tutto volume l'ultima hit di Antonello Venditti, intitolata, guarda caso “Buona Domenica”, sarà un buon auspicio? Speriamo di si!
Segue l'abituale pubblicità degli orologi Bulova Accutron - Bulova Accutron, Bulova-Accutron, l’orologio dell’era spaziale- (ma esisteranno ancora?), la pubblicità delle gomme Michelin e, intanto, ho ancora la bocca impastata di uno strano mix tra il caffé bevuto a casa e la menta del dentifricio.
Formazioni pronunciate all’ altoparlante sistemato sopra la copertura della tribuna.
Formazione del POTENZA SPORT CLUB:
1. Formisano, 2. Urgesi, 3. Cillis, 4. Salpini, 5. Campagna, 6. Caligiuri, 7. Rosa, 8. Savarese, 9. De Biase, 10. Corigliano, 11.Pepe. All.Eufemi.

Ed ecco che fanno ingresso le squadre in campo.
La maglietta del Potenza è bella come sempre, a strisce verticali rossoblu e pantaloncini blu.
Inizia la partita. I rossoblu, con l’ottimo Corigliano regista, impostano azioni di buona fattura, ma l’attacco, con il solo De Biase attivo, risulta sterile e non si riesce a segnare. Gli ospiti, di contro, reagiscono con qualche azione di rimessa risultando pericolosi. 
Potenza in vantaggio con una grande azione offensiva di Rosa sulla destra, un esterno acquistato dal Bari, che supera un avversario in velocità , cross in area e grande sforbiciata di Flaminio De Biase che gonfia la rete della porta degli ospiti.
Che bello, siamo in vantaggio.
Intervallo.
Signori con le radioline incollate alle orecchie commentano i risultati di Juventus, Milan e Inter, litigando anche un po'; ma cosa importa degli altri, la mia squadra vince, questo importa per me.
Prima del nuovo ingresso in campo delle due squadre per la ripresa dell’incontro inizio ad avvertire un certo languorino allo stomaco, complice quel pasto consumato così velocemente. E allora bisogna arrangiarsi con quello che passa il convento vale a dire con quei deliziosi snack salati in vendita presso il campo sportivo potentino, oppure ceci, lupini e semi di zucca, leguminose e sementi passatempo che costituivano per il consumatore una pausa piacevole.
I più buoni in assoluto erano i ceci secchi venduti sfusi o in piccole bustine preconfezionate.
Ma anche i lupini i lupini in salamoia non erano tanto male.
Sono ancora lontani i tempi del Caffé Borghetti, in voga negli stadi dagli anni novanta in poi.
Bisognava accontentarsi, dopo 10 minuti di fila, di un tiepido e simil-ciofeca caffé da thermos confezionato alla buona da improvvisati venditori ambulanti dietro la tribuna coperta ed a ancora oggi è così, anche se è cambiato il casotto della vendita attualmente prefabbricato in legno e più funzionale.
Sapori di una volta ormai decisamente retrò, ma si sa a volte l'amarcord è anche alimentare.

La partita ricomincia. Sgranocchio nervosamente i deliziosi snack salati, unitamente ai “cicr e smient” comprati in fretta dal venditore ambulante, anziano che tutti conoscono, che passava ai bordi dei gradoni della tribuna del Viviani.
Sul finire della partita raddoppio di Pepe, prodotto del settore giovanile del Potenza, settore che oggi non serve più perché si valorizzano giovani provenienti da altre società dettati da interessi ed altre dinamiche; ragioni queste che hanno portato tutto il calcio italiano nel più profondo squallore culminato con la mancata qualificazione al Mondiale in Russia 2018, come tutti sappiamo.
Finalmente la partita termina, soffrendo, ma si vince. 

Grande soddisfazione per la vittoria anche da parte mia.
Si ritorna a casa sentendo in macchina dalla radio i risultati finali delle partite di serie A e B, vedendo a casa 90° minuto di Paolo Valenti con un occhio particolare all’altra mia squadra del cuore, dopo il Potenza naturalmente: il Milan di Gianni Rivera.
Si fa sera. Cerco di terminare gli ultimi esercizi di inglese che ho sempre odiato, ma domani la Professoressa mi potrebbe interrogare.
E intanto ascolto alla radio i commenti e le interviste ai protagonisti del dopo partita del Potenza su “Radio Stampa”, la cui sede si trova a Largo Barbelli proprio difronte al fabbricato dove abito io in Via Mazzini e piu’ tardi alle 21.30 anche su “Radio Sud”.
Termino gli insopportabili compiti e ripenso alla mia squadra che ha vinto.
Cena e telefilm Sandokan, seguito da tutti, grandi e piccoli.
Solo una piccola-grande gioia a stemperare quelle noie che la vita ti riserva anche a 15 anni. Una settimana di scuola, studio, allenamenti studio permettendo e interrogazioni.
Chissà che farà il Potenza domenica prossima...

Sezione: Amarcord / Data: Dom 19 aprile 2020 alle 11:49 / Fonte: Vittorio Basentini
Autore: Redazione TTP / Twitter: @tuttopotenza
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