La partita tra Lecce e Napoli, terminata sul campo con la vittoria dei partenopei con il risultato di 1 a 0, è anche quella che sarà ricordata per la più plateale e forte contestazione di sempre nei confronti della Lega Seria A da parte dei tifosi giallorossi. Ci sarà un prezzo da pagare, sicuramente, a partire da una multa da parte del giudice sportivo.

La decisione di far disputare il match in casa dell’Atalanta appena tre giorni dopo il decesso improvviso del fisioterapista della squadra salentina Graziano Fiorita (e solo due rispetto alla data originaria), è stata vissuta dal club come una burocratica imposizione e dai suoi sostenitori come un affronto che non può essere dimenticato. Ecco quindi il lancio di torce e petardi dalla Curva Nord, a partire dal sesto minuto di gioco, con il deliberato intento di interrompere la partita e sfogare il proprio risentimento, peraltro condiviso dal resto dello stadio, compresi i circa duemila tifosi del Napoli sistemati tra Settore Ospiti e uno spicchio di Tribuna Est.

Anzi, erano stati proprio gli ultras partenopei ad esibire per primi, tra ripetuti cori, uno striscione contro la Lega Serie A, giusto a ridosso del fischio d’inizio. Del resto, nel mondo del tifo radicale, non c’è rivalità che tenga quando si tratta di rivendicare un’idea di calcio diversa da quella dello show business che tende a mettere qualsiasi esigenza di umanità e buonsenso dietro le priorità di palinsesto. Il concetto è stato efficacemente sintetizzato nello striscione apparso, poco dopo, nella tana del tifo organizzato leccese: “Il dio denaro decide, la morte si irride. Sistema calcio puzzi di marcio”. Successivamente nè stato mostrato un altro, una manifestazione di riconoscenza verso il pubblico di Bergamo che domenica scorsa si era fatto sentire: “27-4-2025 stima e rispetto per il rivale bergamasco”

Giusto il tempo di entrare nel clima della gara, che è partita la contestazione veemente della Curva Nord con il direttore di gara, Massa, costretto a interrompere il gioco al 7’. Dopo un paio di minuti l’esplosione ripetuta dei petardi è cessata, ma prima di riprendere le ostilità in campo è stato necessario sistemare un problema alla rete della porta del Lecce. Da quel momento il match è proseguito senza più particolari problemi, ma già nelle fasi di riscaldamento si era capito che sarebbe stato un pomeriggio molto diverso dai consueti.

In Curva Nord non erano stati appesi gli striscioni né sventolate sciarpe e bandiere: l’ingresso delle squadre in campo era stato accolto da una marea nera. Una selva di fischi mai sentita prima ha coperto l’inno della Lega (che viene diffuso in tutte le partite con le formazioni allineate) mentre molti sostenitori davano le spalle al terreno di gioco. La protesta, come detto, è stata corale e non prerogativa esclusiva degli spalti occupati dagli ultras. Anche in Curva Sud e Tribuna Est, dove un vessillo con il primo piano di Fiorita è stato inserito tra quelli delle eterne bandiere giallorosse Michele Lorusso e Ciro Pezzella, sono comparsi messaggi rappresentativi di uno stato d’animo che non ha fatto differenza tra colori, curve e tribune.

Va segnalato anche che prima della partita ci sono stati dei tafferugli tra tifosi del Napoli alle spalle del settore loro riservato: in centinaia, infatti, privi di biglietto, hanno premuto per entrare nella zona tra il prefiltraggio e i tornelli, lasciandosi per forza di cose indietro molti altri sostenitori che, invece, erano muniti di regolare biglietto e che hanno dovuto attendere l’inizio della partita prima di entrare nell’impianto.

Per fortuna le due tifoserie, non certo legate da amicizia (per usare un eufemismo), non sono entrate in contatto nonostante la carovana azzurra fosse anche arrivata prima del previsto.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 05 maggio 2025 alle 16:22 / Fonte: lecceprima.it
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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