Fabio Moscelli e i suoi fratelli. Insieme, a Bari, felicemente abbracciati, in una favola dal sapore antico. Una madre e 15 figli si godono da anni l'ex bambino terribile, in casa soprannominato "Speedy Gonzales" e "Ciao Crem", da anni salito sul palcoscenico del calcio che conta avendo giocato dalla B all'Eccellenza e non arrivando in serie A solo per sfortuna e destino. Fabio, classe 74, barese doc, attaccante delll'Andria, ha esordito in serie B una domenica di ottobre del 1998, contro la Cremonese, segnando il gol del 3 - 1 per la formazione di Bellotto. "Quella rete e' dedicata a mio padre, che mori' poco piu' di un mese prima - disse Moscelli intervistato all'epoca dalla Gazzetta dello sport -. Lui aveva sempre sognato il mio debutto nel calcio che conta. Nato nella societa' giovanile "Minafra" e cresciuto poi nel Bari, a 18 anni sono stato bocciato, abbandonato, senza neppure una spiegazione, dal club di Matarrese. Forse avevo la colpa di aver segnato piu' di 100 gol - addirittura 23 nell'ultimo torneo Berretti - nei cinque anni trascorsi nel settore giovanile biancorosso. Chissa' se Generoso e Sciannimanico, responsabile del vivaio e tecnico della Primavera del Bari, avranno avuto almeno un sussulto, vedendomi giocare nel in B ed in C con successo. "Escluso dal Bari, nel '94 ricominciai dal campionato Eccellenza, nel Bitonto, dove segnai 23 reti: poi ad Altamura,  Ciro' Marina, Avellino,Brindisi,Catanzaro,Ravenna,Bisceglie,Alzano,Legnano,Noicattaro,Atletico Catania e ancora chi più ne ha più ne metta".Ma Moscelli fece bene anche in serie B con il Treviso dove era diventato famoso amato e coccolato come comunque è capitato in tutte le piazze in cui ha militato anche perchè......ha14 fratelli."Quando la Domenica giocavo in giro per l'Italia minimo si muovevano  5 automobili per seguirmi ed il problema era quaello di procurare accrediti e  biglietti d'ingresso per gli stadi". Da Lucrezia, la piu' grande, a Valeria,  che chiude la pattuglia dei Moscelli, 9 donne e 6 uomini, passando attraverso Liliana, Paolo, Arturo, Nella, Leo, Pierino, Angela, Michela, Anna, Romina, Stefania, Daniele e, appunto, Fabio, il penultimo.Dopo ogni vittoria con goal made in Moscelli nell'abitazione dei genitori, in un condominio di via Sagarrigo Visconti, nel quartiere Liberta', la piccola tribu' si e' stretta attorno a mamma Teresa, casalinga, che, con il marito Francesco, morto anni fa , ha avuto la forza di tirar su una famiglia cosi' numerosa. "Oltre ai 15 figli, ci sono generi, nuore, 23 nipoti e tanti parenti acquisiti - racconto' anni fa la signora Teresa alla rosea -. Ormai fissiamo i turni, perche' questa casa non contiene tanta gente. Per esempio, a Natale invitavo un gruppo di figli e nipoti, a Capodanno toccava agli altri". Nella camera da letto dei ragazzi, i muri sono diventati un coloratissimo collage di foto e articoli dell'attaccante barese. Nella famiglia Moscelli lo sport e' sempre stato di casa. Da giovane, papa' Francesco  fu un discreto pugile a livello dilettantistico: poi, lavorando come custode al circolo tennistico dell'"Angiulli", mise la racchetta in mano ai figli Paolo (che è stato affermato maestro al Circolo tennis Bitonto), Pierino e Arturo , un colosso che si dedico' pure al judo, raggiungendo la finale del campionato italiano, prima di subire una squalifica a vita. Il maestro Paolo, 43 anni, ricorda i "litigi" tra il fratello Fabio e la racchetta da tennis: "Provo' anche lui su un campo in terra rossa, ma non riusciva a coordinare i movimenti. A volte, l'istinto lo portava a colpire la pallina con i piedi". Con lo sguardo, Fabio passa in rassegna i fratelli, poi si blocca sul cognato Luigi Caccavale, marito di Angela. "Sta vincendo la sua scommessa, puntava sulla mia realizzazione come calciatore - fa notare Moscelli -. Mi ha seguito, per me ha percorso quasi 50.000 chilometri in auto, in tutta Italia: sempre accanto a me, sin da quando mi illudevo, quando giocavo le amichevoli contro la prima squadra del Bari, quando giocavo tra le riserve, accanto al mio idolo Joao Paulo - che in quei giorni stava riprendendosi dopo l'infortunio al ginocchio. Gigi ha sistemato alcuni miei fratelli, nell'impresa paterna: operano nell'edilizia funeraria, si' lavorano nel settore delle pompe funebri e Pierino fa il custode nel cimitero di Palese. Certo, se dovessi fallire nel pallone, Gigi troverebbe un posto anche per me". "Trenino" Moscelli con la sua Andria vuole tornare a vincere l'ennesimo campionato continuando a correre e a saltare gli avversari come birilli senza fermarsi mai come se la sua carta di identità non esistesse.Nessuno oserebbe immaginare che l'eterno ragazzo barese è un classe 76 che se continua a giocare con la stessa grinta e voglia degli ultimi anni potrà correre dietro ad un pallone per tempo immemore...Dimenticavamo...in 20 anni esatti di onorata carriera Fabio Moscelli solo in campionato ha siglato la bellezza di 210 goal!.Un talento sprecato questo fulmineo Romario barese che vuole continuare a stupire tutti a suon di reti.
 

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 20 novembre 2014 alle 11:12
Autore: Redazione TuttoPotenza
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