Poco più di cinquanta minuti è durata la gara del Foggia, illusasi per un doppio vantaggio che l'Audace Cerignola ha distrutto con forza, tecnica e qualità. Male, malissimo i rossoneri, incapaci di restare in partita dopo il gol di Peralta, al 7' della ripresa, e di trovare le contromisure al ritorno veemente degli ofantini. L'ha vinta Pazienza, con i concetti di gioco e i cambi. L'ha persa Gallo, per gli stessi motivi.

Non c’è pubblico allo ‘Zaccheria’, il grigio che avvolge il cielo sopra lo stadio sembra quasi la rappresentazione di un sentimento di disappunto. Foggia e Cerignola, però, non si immalinconiscono e danno vita a una prima frazione più che gradevole. Pazienza conferma la transizione al 3-5-2, foraggiata anche dall’esigenza di fronteggiare la ‘quadratura’ della squadra di Gallo. La novità è rappresentata da Achik, collocato a destra nel ruolo di quinto. Le intenzioni sono chiare: schermare Costa e provare a pescare corridoi giocabili sulla trequarti. Nonostante si fronteggino due squadre dalla filosofia dissimile (gli strappi rossoneri contro il palleggio gialloblu), le principali occasioni da ambo le parti si originano tutte da situazioni di contropiede. Come all’11’, quando Achik recupera palla sulla trequarti avversaria e arriva alla conclusione (a un passo dal palo) dopo aver sezionato a metà le linea difensiva del Foggia. Due minuti dopo è il Foggia a sfiorare il gol con Vuthaj, che non trova la precisione sotto porta su un passaggio rasoterra di Costa. I satanelli arrivano con maggiore frequenza dalle parti di Saracco, l’attacco della porta vede la presenza di una moltitudine di maglie rossonere; manca la precisione nell’ultimo passaggio, o la scelta del destinatario dello stesso. Alla fine, il gol arriva su corner. La beffarda firma la pone il mancino di Costa, la cui traiettoria passa in mezzo a una selva di gambe prima di insaccarsi. Il Cerignola tenta di affidarsi molto alle incursioni di Achik, mentre i due avanti tentano di muoversi molto, pur senza avere grossi palloni giocabili. Malcore lavora molto soprattutto sulla trequarti, ma guai a lasciargli palloni giocabili. Come al 31’, quando riesce a farsi spazio tra i centrali e calcia sfiorando il palo alla sinistra di Nobile. Dall’altra parte, la coppia Peralta-Vuthaj convince assai poco. L’argentino opera da trequartista a tutto campo, ma raramente trova i tempi e la giocata giusta. Vuthaj, invece, soffre maledettamente la fisicità di Capomaggio, agevolandone il compito con i consueti difetti tecnici.

Il gol di Peralta lascia presagire un pomeriggio di festa. Bellissimo l’uno-due che precede il mancino a giro che finisce all’angolino destro. A quel punto, va in scena un’altra partita, tutta di marca ofantina. I ritmi del Foggia cominciano a calare vertiginosamente, la squadra si scolla, cosa alquanto evidente già nel gol che rimette in partita gli ofantini. Superbo, nell’occasione, il tacco con il quale Malcore apre una prateria all’accorrente Russo che in due tempi supera Nobile. È un altro match, perché in campo ci sono un altro Cerignola (più aggressivo e preciso nel fraseggio) e soprattutto un altro Foggia (passivo, lungo, impreciso nelle ripartenze). I rossoneri devono anche ringraziare l’arbitro Scatena che giudica ‘legale’ un intervento di Malomo su Neglia, da poco subentrato a D’Andrea. I cambi sono un altro dei fattori determinanti. Perché l’Audace con Neglia e D’Ausilio muta completamente volto alzando il livello soprattutto sulle corsie, lì dove i rossoneri non trovano le contromisure. Qualche perplessità la generano anche le scelte di Gallo, che toglie Petermann e Peralta per inserire Odjer e Tonin. Proprio quest'ultimo sciupa il match point, sbagliando la misura del passaggio in una ripartenza tre vs due. Le mancate correzioni di Gallo fanno ancora più male. Perché a destra Malomo paga l'abissale differenza di passo con Neglia e D'Ausilio e in avanti è tangibile l'inconsistenza di Vuthaj. Lo stesso non si può dire di Malcore, che suggella una prestazione di altissimo livello con la volee di piatto che buca ancora Nobile (perfetto l'assist da sinistra di Maza). È la mezz’ora, due minuti dopo c’è spazio per Schenetti, ma l’aria ormai è cambiata. Il lob di Achik per Neglia è una delizia, il posizionamento difensivo del Foggia è quasi imbarazzante. Rimonta completata. L’assalto finale del Foggia è un inno alla sterilità. Il fatto che il più pericoloso sia Nobile con un colpo di testa, nell’ultimo disperato corner, è la perfetta fotografia di un pomeriggio ai limiti dell’assurdo.

Foggia-Audace Cerignola 2-3: il tabellino

FOGGIA (3-5-1-1) 15 Nobile; 5 Malomo (33’st 38 Nicolao), 6 Di Pasquale, 3 Rizzo; 2 Garattoni (21’st 99 Tonin), 26 Frigerio (32’st 7 Schenetti), 25 Petermann (26’st 77 Odjer), 28 Di Noia, 32 Costa; 10 Peralta (21’st 21 Leo); 72 Vuthaj. A disposizione: 12 Illuzzi, 22 Dalmasso, 7 Schenetti, 8 Chierico, 9 Ogunseye, 19 Sciacca, 33 Peschetola, 44 Iacoponi. Allenatore: Gallo

AUDACE CERIGNOLA (3-5-2) 1 Saracco; 6 Allegrini, 5 Capomaggio, 32 Blondett; 19 Achik (40’st 16 Botta), 29 Tascone (14’st 10 D’Ausilio), 33 Langella (40’st 4 Bianco), 20 Sainz Maza (40’st 72 Giofrè), 3 Russo; 17 D’Andrea (19’st 11 Neglia), 9 Malcore. A disposizione: 12 Fares, 22 Trezza, Olivera, 8 Inguscio, 26 Farucci, 28 Basile, 37 Vitali, 99 Signorile. Allenatore: Pazienza

Arbitro: Scatena

Assistenti: Votta – Galimberti

Quarto ufficiale: Leone

Marcatori: 18’pt Costa (F), 7’st Peralta (F), 13’st Russo (AC), 29’st Malcore (AC), 36’st Neglia (AC)

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 20 novembre 2022 alle 19:39 / Fonte: foggiatoday.it
Autore: Redazione 1 TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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