Un accorato appello pubblicato su Facebook. Rimbalza dal profilo social di Carlo Gioielli, attaccante del Pomigliano, formazione che milita nel girone A di Eccellenza.

E in poche ore tutto il mondo del calcio ha fatto da megafono all’atleta, ricondividendo il post inerente la rara sindrome diagnosticata alla figlia di Gioielli.

«Ho bisogno di aiuto, vi spiego il motivo»

«Voglio usare questo social per un motivo diverso dal solito. Un motivo che in questi mesi ha stravolto la vita mia e quella della mia famiglia. Ho bisogno di AIUTO! Vi spiego il motivo».

Inizia così l’appello di Gioielli ai suoi amici, ai suoi tifosi, ai compagni di squadra, alla sua società. Un appello che, in men che non si dica, ha fatto il giro della Campania, arrivando ben oltre i confini regionali.

«Chiedo aiuto a chi ha studiato o ha avuto a che fare con la malattia»

«A mia figlia hanno diagnosticato una malattia autoimmune rara, chiamata sindrome di Rasmussen. Sono pochi i casi al mondo accertati. Interessa una parte del cervello ed è degenerativa».

Carlo Gioielli chiedi aiuto «solo a chi ha studiato questa malattia e concretamente abbia le dovute conoscenze in merito, anche se all’estero, non importa. Ripeto, chiedo aiuto non in modo generico, ma solo a chi ha studiato ed ha avuto a che fare con questa malattia. Solo questo. Se conoscete qualcuno che può REALMENTE aiutarmi, contattatemi».

La sindrome di Rasmussen

La sindrome di Rasmussen, detta anche encefalite subacuta di Rasmussen, è una rara malattia infiammatoria neuro-degenerativa. Si manifesta attraverso frequenti e gravi crisi epilettiche, portando alla perdita delle capacità motorie e del linguaggio, fino alla paralisi di un lato del corpo. Colpisce prevalentemente bambini dai tra i 5 e i 15 anni di età e le cause sono ad oggi sconosciute.

Diagnosi fatta in tempi strettissimi dai medici dell’ospedale Santobono

Dalle colonne web del quotidiano Il Mattino, Carlo Gioielli ha tenuto a ringraziare i medici dell’ospedale Santobono di Napoli: «Sono stati eccezionali, incredibili. Hanno diagnosticato la malattia in tempi ristrettissimi e questo è un grande vantaggio. Tengo a ringraziarli con tutto me stesso. Ho piena fiducia in loro».

La rarità della malattia non ha ancora portato a scoprirne una cura efficace. Al momento si usano terapie palliative per alleviarne i sintomi e le manifestazioni.

«Ci affidiamo ai medici, continuando a sperare nel miracolo – ha aggiunto il calciatore -. Io e mia moglie combatteremo oltre l’inimmaginabile per la nostra piccola».

Il tam tam dei social ha raggiunto lo scopo

Per una volta i social network danno prova di utilità. Già, perché nel giro di poche ore Carlo Gioielli ha tenuto a ringraziare tutti coloro che hanno fatto “rimbalzare” il suo appello, sottolineando pure che «si è mosso qualcosa. Tanti di voi hanno fatto sì che tanti professionisti competenti in materia mi hanno contattato».

Un primo passo che si spera possa tornare utile alla famiglia del calciatore e alla sua bambina in particolare.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 22 ottobre 2019 alle 19:52 / Fonte: laredazione.eu
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
vedi letture
Print