Trovare casa a poco più di 160 chilometri dal luogo di nascita. Prima l’opportunità, poi la scelta di rimanere. Infine, la voglia di metter radici. Il legame tra Walter Guerra e il Picerno è profondo.
Sei anni in Basilicata, vicecapitano e veterano, il trentatreenne è uno degli inamovibili nell’undici di Francesco Tomei, ma ha anche un ruolo fondamentale nello spogliatoio. Aiutare i più giovani a inserirsi e crescere.
Dall’arrivo alle ambizioni per il finale di stagione, passando per la forza del gruppo e quel ricordo che resterà sempre nel cuore: Walter Guerra si è raccontato ai microfoni de LaCasaDiC.com.
Picerno è una piccola realtà che si sta facendo strada a sportellate tra club più grandi e blasonati. Un cammino che continua e va avanti, passo dopo passo. La società ha trasmesso l’ambizione al gruppo e Walter Guerra è uno dei portatori di questi valori. “Per i sei anni qui sono un veterano. Ho fatto un percorso importante con la squadra. Anno dopo anno cerchiamo di migliorarci e spingerci oltre. Quest’anno ci siamo riusciti per l’ennesima volta. Cambiando tanto, dall’allenatore a tanti calciatori, il risultato è rimasto lo stesso. Il nostro obiettivo è dare valore a quel primo posto che abbiamo avuto per qualche giornata a inizio campionato. A Picerno c’è grande ambizione, nonostante sia un club meno blasonato di altri”.
Facendo un passo indietro, mai scelta fu più azzeccata. “Sono arrivato nel primo anno di Lega Pro. Fin da subito ho notato l’ambizione di voler fare sempre meglio. Grazie al grande lavoro del direttore Greco c’è stata sempre quella voglia di fare sempre un passettino in avanti, mai più lungo della gamba ma sempre per migliorarsi. Dopo il primo anno ho deciso io di rimanere, perché vedevo che il Picerno poteva crescere e affermarsi come poi è successo”.
Veterano in campo, picernese d’adozione. Il terzino ha scelto di trasferirsi a Picerno e vivere la quotidianità della piccola realtà lucana. “Picerno è un piccolo ambiente, ma le persone ti fanno sentire il proprio calore. Abito proprio a Picerno, vivo il paese in tutta la sua interezza, dalla spesa alla vita quotidiana”.
Picerno, dicevamo. Un luogo che resterà nel cuore di Walter. Non una semplice frase di circostanza, ma un dato di fatto. O meglio, d’amore. Perché il 31 settembre scorso, proprio lo stadio ‘Curcio’ è stato teatro di un ricordo indelebile, il fatidico Sì della sua Sara. “Resterà sempre nel mio cuore. Ho deciso io di fare la mia proposta di matrimonio al ‘Curcio’. Per me significa tanto. Qui è nato l’amore con la mia compagna: non ho pensato a un posto migliore se non il nostro stadio per dichiararmi”. Presto la famiglia Guerra si allargherà, sempre a Picerno. Ma per il futuro c’è tempo, ora testa ai playoff.
Essere leader dello spogliatoio, sempre col sorriso. L’obiettivo è indicare la strada ai giovani e agli ultimi arrivati, per trasmettere l’ambizione di far bene ed evitare di adagiarsi. “È la sfida più grande. Qui non c’è il grande pubblico che mette pressioni. Bisogna trovare quelle motivazioni per fare sempre di più e dare il meglio. È questo quello che cerco di trasmettere ai più giovani. Quando non ci sono pressioni dalla piazza corri il rischio di ‘appiattirti’. Per fortuna qui a Picerno non succede perché i primi a essere ambiziosi sono il presidente Curcio e il direttore Greco. Stando in una società ambiziosa è stato facile acquistare questa mentalità”.
Creare gruppo, anno dopo anno. Guerra e la ‘colonia napoletana’ sanno bene come fare. E trasmettere i giusti valori ai compagni. “Siamo tanti campani, c’è una vera e propria colonia. Già per tradizione, noi meridionali abbiamo quella cazzimma in più. Trasmettere anche questo aspetto a chi viene da altre parti è importante. Lo spogliatoio parla napoletano. Fare gruppo è la nostra prerogativa. Ogni anno siamo stati bravi a creare quell’armonia che ti fa dare qualcosa in più. Questo spogliatoio si vede dopo una sconfitta, quando non è gioioso: è proprio lì la sfida, trovare sempre quell’entusiasmo e quella voglia di fare meglio in campo”.
Novanta minuti da giocare per provare a prendersi il sesto posto (per la terza volta consecutiva). Una sfida non facile ma ambiziosa. “È un momento decisivo per noi, con l’ultima partita del campionato e poi i playoff. Contro il Foggia sarà difficile. Conosciamo il momento che stanno attraversando, proveremo a vincere a tutti i costi. Ci sono stati tanti cambiamenti quest’anno, ma vogliamo ripeterci. È una sfida affascinante. Se non dovesse essere il sesto posto, sarebbe comunque un successo per noi raggiungere i playoff per il quarto anno di fila in un campionato così difficile e con squadre così importanti”.
Nonostante qualche difficoltà di troppo, anche quest’anno il Picerno ha fatto un passo in avanti. Miglior striscia positiva in Lega Pro (14 risultati consecutivi senza sconfitta), prima volta in testa alla classifica (in concomitanza col Benevento): la strada tracciata è quella giusta. “Il direttore sta facendo un grande lavoro e l’obiettivo è migliorarsi costantemente anno dopo anno. Attualmente, Picerno è una grande e solida realtà del calcio professionistico”. Anche un gol, che è valso i tre punti a Caserta, per Guerra. “È stato importante per la squadra. Poi il mio gol ben venga. Mi sono riscoperto bomber. In questo campionato ho avuto altre occasioni e si è visto il non-bomber che è in me. È stata una vittoria che ci ha dato forza a questa grande striscia positiva”. Scrivere un capitolo dopo l’altro ed entrare nella storia del Picerno. In quella piccola realtà diventata la nuova casa, a poco più di 160 chilometri dalla prima.
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