"La Serie A ha perso altri 427 milioni: stipendi insostenibili. La morsa del debito", è l'analisi di Gazzetta dello Sport, a firma Marco Iaria, sui numeri economicamente drammatici della massima serie italiana, che annovera società quasi alla canna del gas.

"...Nel mare in tempesta, la Serie A mostra basse difese immunitarie. Al 30 giugno 2023 il patrimonio netto aggregato è di 420 milioni, con qualche club addirittura in territorio negativo, nonostante il ricorso massiccio alle rivalutazioni degli asset che hanno fatto emergere riserve per 700 milioni. Sono poche le società che possono contare sull’apporto di equity degli azionisti. Una, la Juventus, si avvicina alla terza ricapitalizzazione in quattro anni. Le perdite erodono inesorabilmente il capitale, le tensioni di cassa si fronteggiano facendosi prestare denaro o diluendo i pagamenti. È una rincorsa affannosa. I debiti aggregati della Serie A, al netto dei crediti, sono pari a 3,2 miliardi: sì, in calo rispetto ai giorni più duri del Covid, ma nel 2018-19 erano 2,5 miliardi e dieci anni fa 1,6. In particolare, l’esposizione finanziaria (linee bancarie, factoring, obbligazioni) non si schioda da quota 1,6 miliardi, livello ai massimi storici raggiunto nel 2021, con un incremento di 600 milioni nell’ultimo decennio. Solo due squadre non hanno debiti con le banche, Fiorentina e Monza, non a caso sostenute massicciamente dalle rispettive proprietà. Tra le grandi, Napoli, Milan e Atalanta sono quelle meno indebitate. Sono le stesse che hanno chiuso in utile gli ultimi bilanci (assieme a Lecce e Sassuolo). Di contro, Juventus, Roma e Inter sono quelle con le perdite più elevate: 312 milioni in tre. Ah sì, l’anno prima erano 599. Magra consolazione. La verità è che il calcio italiano continua a navigare nel mare dell’insostenibilità e - la storia ce lo insegna - a farne le spese sono soprattutto i pesci piccoli. La Sampdoria, giusto un anno fa, si trovava in uno stato pre-fallimentare. Ora le attenzioni sono concentrate sul Verona che è stato costretto a convertire l’ultimo mercato di riparazione in una manovra di smobilitazione. Per quanto la Figc si sia adoperata, nel post-Parma, per rafforzare i controlli dell’area professionistica, è evidente che l’attuale complesso normativo non basti. Il presidente Gravina lo sa benissimo", scrive il giornalista reggino sul portale del quotidiano sportivo

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 24 febbraio 2024 alle 16:49 / Fonte: tuttoreggina.it
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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