A quasi undici anni di distanza (gli arresti e le perquisizioni erano scattate alla fine del novembre 2009), l’inchiesta sulla cosiddetta “Calciopoli” potentina si chiude con la prescrizione di tutti i reati contestati. Nessuna condanna, quindi, al termine di una vicenda giudiziaria caratterizzata da tante battute d’arresto e altrettanti faticosi tentativi di ripartenza. Ieri mattina i giudici non hanno potuto far altro che certificare l’intervenuta estinzione dei reati contestati.

Il destino del processo è stato sin dalle prime battute strettamente legato a quello a carico dei “Basilischi”, sodalizio criminale non riconosciuto dalla Cassazione come un’associazione a delinquere di stampo mafioso. Verdetto, quello degli Ermellini, che ha di fatto messo la parola fine su decine di processi “collaterali”. Compreso, appunto, quello Calciopoli.

La prescrizione riguarda, tra gli altri, l’ex patron del Potenza Calcio, Giuseppe Postiglione e l’ex consigliere regionale, Luigi Scaglione. Accuse prescritte anche nei confronti di Pasquale Giuzio, Luca Evangelisti, Aldo Fanizzi, Ettore Todaro, Antonio Di Pasquale e Donato Lapolla.

Tra i reati contestati a vario titolo c’erano truffa, usura,violenza e danneggiamento. L’inchiesta, lo ricordiamo, aveva svelato un presunto giro di scommesse illecite su alcune gare di serie B e Prima divisione di calcio. In quest’ultimo campionato, all’epoca dei fatti, militava anche il Potenza.

L’inchiesta, inoltre, riguardava anche gli incidenti avvenuti prima e dopo la partita Potenza-Gallipoli del 2008. La Procura ipotizzava poi rapporti tra politici, imprenditori e criminalità organizzata finalizzati ad uno scambio di favori, ovvero l’assegnazione di determinati lavori e progetti in cambio del sostegno elettorale.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 19 settembre 2020 alle 20:24 / Fonte: lanuova.net
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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