Da quest’anno, gli arbitri sono tenuti a comunicare al pubblico, tramite microfono, le decisioni prese dopo la revisione al VAR. Il primo e finora unico caso si è verificato durante la prima giornata di campionato, in occasione della partita Como-Lazio allo Stadio Sinigaglia, arbitrata da Manganiello.

Il comportamento di Manganiello in quella circostanza è diventato un esempio emblematico: toni decisi e a tratti forti che hanno lasciato più di qualcuno perplesso, senza però contribuire a chiarire meglio le decisioni prese in campo.

Secondo quanto riportato da Repubblica, il designatore degli arbitri Gianluca Rocchi è da tempo impegnato nella ricerca di un coach di public speaking, con l’obiettivo di aiutare i direttori di gara a comunicare in modo più chiaro ed efficace. L’idea è quella di fornire agli arbitri strumenti per modulare voce e tono, rendendo le comunicazioni più comprensibili.

Il principale ostacolo, però, riguarda i costi: si parla di cifre superiori ai 150 mila euro a stagione, una somma elevata soprattutto in un momento in cui le casse arbitrali sono tutt’altro che floride. Questa situazione economica ha già generato tensioni interne alla categoria, con gli operatori del VAR che hanno minacciato scioperi a causa di stipendi arretrati.

L’Associazione Italiana Arbitri sta attraversando un periodo difficile, aggravato dai tagli ai finanziamenti decisi dalla Federcalcio. Mentre i Video Match Official attendono ancora il pagamento di mensilità arretrate, le sezioni arbitrali hanno subito una riduzione del 13% nei contributi per il semestre luglio-dicembre.

Sezione: Mondo Calcio / Data: Mer 27 agosto 2025 alle 18:53 / Fonte: La Repubblica
Autore: Marco Laguardia
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