C’erano attese, dubbi, silenzi pesanti. C’erano quelle sensazioni che solo il calcio sa creare: il timore di non farcela più, la paura di vedere la fiducia sgretolarsi un po’ alla volta. E poi, all’improvviso, arriva una partita che cambia tutto. Una partita che non è solo una vittoria, ma un urlo liberatorio.
Fin dal primo minuto si è percepita un’energia diversa, una scintilla che da tempo sembrava essersi spenta.

Il gol non è stato solo un gol: è stato un abbraccio collettivo, un’esplosione di emozioni trattenute troppo a lungo. È stato come rialzarsi dopo essere caduti, come ritrovare quella parte di sé che si credeva smarrita.
Ho sentito lo stadio tremare al secondo gol e ho sentito un boato che mancava da tanto.
Sì, ci siamo emozionati e abbiamo urlato fino a rimanere senza fiato.

Ma il momento più bello è arrivato dopo. Quando la squadra ha deciso di soffrire insieme, di resistere, di proteggere quel risultato come si protegge qualcosa di prezioso. È lì che è rinato il carattere.
Il calcio è questo emozione pura e non spiegabile per chi non lo vive e ama.
Grazie per questa partita.
Grazie per averci riattivato il cuore rossoblu.
E forse, da qui in avanti, anche una vittoria che può cambiare un’intera stagione.

Sezione: L'opinione / Data: Dom 16 novembre 2025 alle 20:08 / Fonte: Mary Zirpoli
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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